
La “maggiolata” nelle campagne di Monte San Savino e Lucignano e’ da sempre una tradizione che celebra il risveglio della primavera e la bellezza della natura. L’origine della festa è sicuramente pagana, sin dai tempi degli Etruschi l’elemento centrale era la Madre Terra; ricordiamo che qui da noi non c’era né il mare né i grandi fiumi.
In passato funzionava così: a Podere Pendolino si sentivano allegri suoni e canzoni di giovinetti e belle figliole che facevano visita al podere. Il gruppo raccolto in allegria con bellissime ghirlande di fiori in testa per le fanciulle festeggiava così l’arrivo della primavera e portava festosi auguri di buon raccolto. Il gruppo solitamente era di quattro o cinque elementi,; c’era il Capomaggio che intonava il canto, uno o due che suonavano la fisarmonica o cembali squillanti improvvisando qualche danza con il corpo giovane e fluttuante ornato di fiori e uno che portava il corbello per raccogliere le uova o qualche dolcetto o vino che veniva loro regalato. Con il raccolto s’imbandiva una cena per tutti.
Secondo la tradizione arrivavano la notte del 30 Aprile e il 1 Maggio, o comunque i primi di maggio: la tradizione si chiamava anche Calendimaggio (o cantar maggio). Era l’occasione ghiotta per intonare i famosi stornelli, canti in rima che qualche vecchio ancora intona tramandandoli ai giovani di buona volontà.
Se chiedevano in dono il prosciutto si ascoltava:
“ A noi dateci il prosciutto,
pregheremo per il porcello,
che vi venga grosso e bello
e la ghianda è dappertutto.
A noi dateci il prosciutto…”
Una curiosità: il Calendimaggio poteva durare anche due settimane e sicuramente ci scappava di ubriacarsi un pò troppo ; la Chiesa non tollerava volentieri questo rito pagano e anche per contrastare questa baldoria, fu dichiarato il mese di maggio dedicato alla Madonna invitando i cristiani a recitare quotidianamente il rosario.